database URBANO
-
-
L'architettura diventa dispositivo di rigenerazione urbana capace di trasformare vuoti funzionali in nuove centralità civiche, integrando dati socio-demografici, flussi di mobilità e vocazioni territoriali per generare spazi adattivi e inclusivi.
-
La pianificazione territoriale ridefinisce le gerarchie urbane tra centro e periferie attraverso strumenti regolativi differenziati, modelli predittivi data-driven e zoning incentivante, governando i flussi casa-lavoro verso un assetto policentrico che valorizzi i nodi metropolitani sottoutilizzati e crei nuove centralità di prossimità.
-
La pianificazione energetica urbana integra strumenti normativi per la neutralità climatica, mappature avanzate delle vulnerabilità energetiche e scenari evolutivi data-driven, trasformando l'anello ferroviario in una "cintura energetica resiliente" basata su poli decentralizzati, mobilità a basse emissioni e micro-reti di quartiere autosufficienti.
-
Dalla redistribuzione del potere simbolico nei processi partecipativi al riconoscimento delle memorie conflittuali, ogni intervento mira a ridurre lo stress urbano e rafforzare il senso di appartenenza, coinvolgendo attivamente giovani, anziani fragili e nuovi cittadini come co-protagonisti delle trasformazioni urbane.
-
Il progetto di paesaggio diventa infrastruttura relazionale capace di ricucire la frammentazione urbana tra centro e periferie, reinterpretando l'anello culturale come rete ecologica connettiva che integra spazi verdi, parchi della salute, patrimonio archeologico diffuso e mobilità dolce in una sequenza continua e terapeutica che affronta strutturalmente le isole di calore e migliora il microclima urbano.
-
La visione trasforma la frammentata geografia sanitaria romana in una rete metropolitana di medicina territoriale accessibile e georeferenziata, con lo Spallanzani come perno strategico di una nuova topologia della salute che integra ricerca, formazione e prossimità, supportata da parchi terapeutici multifunzionali e micro-infrastrutture sanitarie resilienti capaci di rispondere a crisi epidemiche e climatiche.
-
Gli strumenti normativi diventano leve di trasformazione urbana attraverso la revisione della zonizzazione rigida, la ricalibrazione delle volumetrie ammesse per mix funzionali innovativi e una fiscalità selettiva che incentiva investimenti a impatto sociale misurabile, facilitando il cambio d'uso di edifici sottoutilizzati verso funzioni civiche e abilitando partenariati pubblico-privati rigenerativi basati su co-progettazione e restituzione territoriale del valore.
-
La densità storica e simbolica del patrimonio romano diventa leva progettuale attraverso la mappatura delle vocazioni culturali latenti e del patrimonio minore sottoutilizzato - ex conventi, caserme, teatri dismessi - trasformati in spazi culturali produttivi ibridi che attraggono investimenti stabili e attivano circuiti alternativi alla monocultura turistica del centro, estendendo la valorizzazione nei quartieri extra-centrali con narrazioni tematiche.
-
La strategia comunicativa trasforma la visione urbana in narrazione condivisa attraverso storytelling professionale, visual data storytelling e tecnologie immersive (AR/VR) che rendono percepibili scenari futuri complessi, costruendo city branding differenziato per aree periferiche che valorizza identità locali autentiche e influenza la percezione del rischio degli investitori attraverso narrazioni che generano fiducia e reputazione urbana misurabile.
-
La governance multilivello supera la frammentazione istituzionale attraverso cabine di regia interistituzionali tra Comune, Municipi, Città Metropolitana e Regione, mentre la semplificazione burocratica con sportello unico, fast-track per progetti strategici e digitalizzazione delle procedure riduce la complessità amministrativa e attrae investimenti esteri, garantendo continuità operativa oltre i cicli politici attraverso piani strategici decennali e fondi vincolati.
-
-
-
L'intervista con la Cooperativa Roma Solidarietà, braccio operativo della Caritas di Roma, introduce una dimensione sociale profonda che trasforma radicalmente la comprensione delle dinamiche urbane romane. Non si tratta più di mappare semplicemente dove sono i poveri, ma di comprendere come la povertà abitativa sia diventata un fenomeno trasversale che attraversa l'intera città, generando nuove forme di esclusione e richiedendo risposte innovative che superino la logica emergenziale.
-
Carolin Genz introduce una dimensione metodologica fondamentale che trasforma il modo stesso di concepire la ricerca urbana. L'antropologia urbana, con il suo focus sulle pratiche spaziali e il fieldwork multimodale, offre strumenti per comprendere la città come processo continuo di negoziazione e trasformazione dal basso. Ciò si integra perfettamente con il framework data-driven, arricchendolo in maniera qualitativa e sensoriale che i soli dati non possono catturare.
-
L'intervista sulla macroarea paesaggistica rivela una visione profondamente trasformativa per Roma, che va ben oltre il semplice "abbellimento verde" per proporre una vera e propria infrastruttura ecologica urbana. La metodologia che emerge combina sapienza paesaggistica tradizionale con tecnologie avanzate di monitoraggio e predizione.
-
L'intervista rivela una tensione creativa tra le sfide infrastrutturali di Roma e le opportunità di trasformazione radicale. Gli ingegneri e architetti intervistati non si limitano a proporre soluzioni tecniche, ma delineano una visione sistemica dove mobilità, energia e rigenerazione urbana convergono in un nuovo paradigma operativo.
-
L'intervista con Daniele Santucci e Benedetta Mariani rivela una Roma che sfugge alle semplificazioni cartografiche e ai modelli urbanistici tradizionali. La città emerge come un organismo complesso dove la densità assume significati paradossali: quartieri popolosi ma privi di servizi, centralità che non coincidono con il centro storico, flussi di mobilità che raccontano una metropoli diversa da quella immaginata dai piani regolatori.
-
L'intervista sulla salute pubblica con il professor Tommaso e il professor Carrara dipinge un quadro sanitario romano caratterizzato da una profonda contraddizione: da un lato, la presenza di eccellenze storiche e competenze di altissimo livello; dall'altro, una frammentazione sistemica che impedisce al sistema di funzionare come rete integrata. Questa tensione tra potenziale e realtà offre spunti metodologici cruciali per ripensare la sanità romana in chiave data-driven e territoriale.
-
I documenti sulla mobilità introducono una dimensione cruciale che trasforma radicalmente il modo di concepire il sistema di trasporti romano. Non si tratta più di aggiungere linee o aumentare frequenze, ma di ripensare completamente la mobilità come sistema operativo della città, capace di ridisegnare gerarchie territoriali, generare nuove centralità e rispondere alle sfide della transizione ecologica ed energetica.
-
Il documento OGB introduce una dimensione operativa che trasforma la sostenibilità da concetto astratto a strategia concreta di intervento urbano. L'approccio "ricucire, riconnettere, sistematizzare" rappresenta un cambio di paradigma fondamentale: non più grandi progetti monolitici ma una strategia diffusa che valorizza l'esistente, creando un sistema resiliente attraverso interventi puntuali ma interconnessi.
-
L'intervista con i consulenti legali e il documento Q&A introducono la dimensione cruciale della governance urbana, rivelando come l'innovazione normativa sia condizione necessaria per qualsiasi trasformazione urbana significativa. Non si tratta più solo di avere buone idee o dati accurati, ma di creare le condizioni giuridiche e amministrative perché queste visioni possano concretizzarsi. La dimensione legale emerge non come vincolo ma come leva strategica di cambiamento.
-
-

Roma diventa un laboratorio di scale multiple dove ogni dimensione ha valore e significato.
I DATASET
〰️
I DATASET 〰️
FAQ
-
Il testo della descrizione va qui
-
Il testo della descrizione va qui
-
Il testo della descrizione va qui