ARGOMENTI TRATTATI
1. [Sistema urbano e medicina territoriale estesa]
2. [Ospedali strategici e nuova topologia della salute]
3. [Parchi della salute e co-terapie urbane integrate]
4. [Infrastrutture sanitarie e resilienza urbana]
5. [Spazi urbani e stress sanitario latente]
6. [Valutazione d’impatto sanitario dei masterplan urbani]
7. [Innovazione sanitaria e rigenerazione edilizia]
8. [Sanità pubblica e blockchain urbana]
9. [Povertà sanitaria e intersezioni urbane]
10. [Città-salute e governance multilivello]
La visione trasforma la frammentata geografia sanitaria romana in una rete metropolitana di medicina territoriale accessibile e georeferenziata, con lo Spallanzani come perno strategico di una nuova topologia della salute che integra ricerca, formazione e prossimità, supportata da parchi terapeutici multifunzionali e micro-infrastrutture sanitarie resilienti capaci di rispondere a crisi epidemiche e climatiche.
Attraverso l'Health Impact Assessment sistematico per ogni trasformazione urbana, la rigenerazione di edifici dismessi in poli sanitari multifunzionali e l'uso di blockchain per tracciare l'equità nell'accesso alle cure, ogni intervento mira a intercettare le forme di povertà sanitaria latente nelle intersezioni tra degrado urbano e marginalità abitativa.
Una governance multilivello per "Roma città della salute pubblica" riconosce salute e benessere come principi fondanti della pianificazione, dove indicatori compositi di stress urbano guidano la progettazione di spazi che riducono l'ospedalizzazione evitabile e massimizzano l'effetto rigenerativo della città sulla salute collettiva e ambientale.
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Come trasformare la frammentata geografia sanitaria romana – tra poli d’eccellenza come lo Spallanzani e vaste aree periferiche prive di presidi – in una rete metropolitana di medicina territoriale accessibile, flessibile e georeferenziata ai bisogni reali?
Richiede una mappatura interattiva dei gap assistenziali, incrociando dati socio-sanitari, mobilità e fragilità, per supportare la pianificazione di hub sanitari e micro-presidi locali. -
Quale ruolo può giocare l’Istituto Spallanzani – non solo come centro infettivologico d’eccellenza, ma come perno strategico di una nuova topologia della salute che colleghi ricerca, formazione, medicina predittiva e prossimità territoriale?
Si propone una riconfigurazione sistemica: dallo “ospedale-isola” a una piattaforma sanitaria territoriale ibrida, interconnessa e multifunzione. -
Come può la progettazione urbana contribuire alla realizzazione di “parchi terapeutici” multifunzionali, che integrino salute fisica, benessere psicosociale, ecologia urbana e prevenzione accessibile anche nei contesti a più alta vulnerabilità?
Modelli pilota da affiancare a RSA, ambulatori o spazi culturali, per massimizzare l’effetto rigenerativo e ridurre l’ospedalizzazione evitabile. -
Come progettare una rete di micro-infrastrutture sanitarie resilienti (modulari, mobili, adattive) in grado di rispondere a scenari di crisi sanitaria – epidemie, ondate di calore, eventi climatici estremi – integrandosi alle logiche di protezione civile e salute pubblica?
Un’architettura di prossimità da attivare nei nodi strategici della città, anche in connessione con stazioni, mercati e scuole. -
Quali variabili ambientali e sociali urbane (rumore, traffico, densità abitativa, inquinamento visivo e cognitivo) agiscono come fattori di stress sanitario latente, e come possono essere integrate nelle metriche di progettazione urbana orientata alla salute pubblica?
Richiede l’uso di indicatori compositi, connessi anche alla percezione psicologica e alle condizioni di disagio prolungato. -
In che modo è possibile introdurre sistematicamente l’Health Impact Assessment (HIA) come strumento ex ante per valutare l’impatto sanitario (diretto e indiretto) di piani regolatori, masterplan e trasformazioni urbanistiche strategiche?
L’approccio HIA diventa strumento trasversale di pianificazione e negoziazione con stakeholder pubblici e privati. -
Quali strategie di rigenerazione edilizia possono trasformare strutture dismesse (uffici direzionali, ex ospedali, immobili in degrado) in poli sanitari multifunzionali, centri civici di salute o “case della comunità” ad alta accessibilità?
Occorre una cabina di regia tra urbanistica, sanità, sociale e investitori per definire criteri di riuso orientati alla funzione pubblica. -
È ipotizzabile l’uso di tecnologie come la blockchain urbana per tracciare l’equità nell’accesso ai servizi sanitari, monitorare i diritti di cura nei quartieri vulnerabili e rendere trasparenti le politiche di allocazione delle risorse sanitarie?
Si prefigura una sanità connessa, trasparente e tracciabile che rende visibile l’ingiustizia sanitaria e aiuta a correggerla in tempo reale. -
Come intercettare e prevenire le forme di povertà sanitaria latente (rinuncia alla cura, accessi inadeguati, isolamento) che si manifestano soprattutto nelle intersezioni tra degrado urbano, marginalità abitativa e scarsa alfabetizzazione sanitaria?
Serve una lettura stratificata e geolocalizzata, con strumenti di prossimità sociale, mediazione culturale e dispositivi leggeri di monitoraggio. -
Come costruire una governance multilivello per una “Roma città della salute pubblica”, che riconosca salute, benessere e cura come principi fondanti della pianificazione urbana, dell’allocazione delle risorse e della valutazione degli investimenti?
Una proposta politico-amministrativa che ridefinisca gli obiettivi delle trasformazioni urbane, con indicatori di impatto sulla salute collettiva e ambientale.
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